
La Sardegna è una delle destinazioni più ambite d’Europa per chi cerca mare cristallino, natura incontaminata e paesaggi mozzafiato. Oltre alle celebri spiagge della Costa Smeralda, l’isola custodisce angoli di paradiso ancora selvaggi, spesso raggiungibili solo dopo lunghe camminate o via mare. In questo articolo ti porteremo alla scoperta delle tre spiagge più selvagge della Sardegna, dove la natura regna sovrana e il turismo di massa non è ancora arrivato.
Cala Goloritzé: il gioiello del Golfo di Orosei
Situata nella parte sud del Golfo di Orosei, Cala Goloritzé è una delle spiagge più iconiche e incontaminate della Sardegna. Dichiarata Monumento Naturale Italiano nel 1995, questa cala si distingue per le sue acque turchesi, la sabbia bianca e la celebre guglia calcarea che si erge a oltre 140 metri sopra il livello del mare. Cala Goloritzé è raggiungibile solo a piedi, tramite un sentiero di circa un’ora e mezza che parte dall’altopiano del Golgo, oppure via mare, ma solo con piccoli gommoni a motore spento per preservare l’ecosistema.
Il sentiero che conduce a Cala Goloritzé attraversa un paesaggio aspro e selvaggio, tra macchia mediterranea, rocce e panorami mozzafiato sul Supramonte. La fatica della camminata viene ampiamente ripagata dalla vista della spiaggia: un piccolo angolo di paradiso dove l’acqua è trasparente e la natura circostante è rimasta intatta. Qui non troverai servizi di alcun tipo, motivo per cui è fondamentale portare con sé acqua, cibo e tutto il necessario per trascorrere la giornata.
Cala Goloritzé è una meta ideale per chi ama lo snorkeling e il climbing. I fondali rocciosi ospitano una ricca fauna marina, mentre la guglia e le pareti di calcare sono frequentate dagli amanti dell’arrampicata. La spiaggia è a numero chiuso e l’accesso è regolamentato per preservare la sua bellezza: è quindi consigliato prenotare in anticipo soprattutto nei mesi estivi.
Cala Mariolu: un mosaico di ciottoli e acqua smeraldo
Cala Mariolu è un’altra perla del Golfo di Orosei, famosa per i suoi piccoli ciottoli bianchi e rosa che creano un effetto unico a contatto con l’acqua trasparente. Il nome “Mariolu” deriva dalla parola dialettale per “ladro”, in riferimento alle foche monache che un tempo rubavano il pescato dalle reti dei pescatori locali. Oggi, la spiaggia è un luogo di rara bellezza, circondato da alte falesie calcaree e raggiungibile solo via mare o tramite un impegnativo sentiero che parte da Baunei.
Arrivare a Cala Mariolu è già di per sé un’avventura: che tu scelga la barca o il trekking, sarai ricompensato da uno scenario naturale incontaminato, dove il silenzio è rotto solo dal rumore delle onde. La spiaggia non dispone di servizi, per cui è necessario essere autosufficienti e rispettare l’ambiente, portando via tutti i rifiuti. L’acqua è così limpida che sembra di nuotare in una piscina naturale, e i fondali ricchi di pesci sono perfetti per chi pratica snorkeling.
Cala Mariolu è anche famosa per le sue grotte marine, che possono essere esplorate in kayak o a nuoto. La presenza di numerose insenature e scogliere rende la spiaggia uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna, ideale per chi cerca un contatto autentico con la natura e lontano dalle folle. Nonostante la crescente popolarità, Cala Mariolu conserva ancora il suo fascino selvaggio grazie alla difficoltà di accesso e alle misure di tutela ambientale.
Spiaggia di Piscinas: le dune dorate del deserto sardo
Nel cuore della Costa Verde, sulla costa sud-occidentale della Sardegna, si trova la spiaggia di Piscinas, un luogo che sembra uscito da un altro mondo. Qui, le dune dorate modellate dal vento si estendono per chilometri, creando uno scenario unico in Europa. Le dune di Piscinas possono raggiungere anche i 60 metri di altezza e sono tra le più grandi del continente, testimonianza della forza della natura in questa zona ancora poco conosciuta dal turismo di massa.
La spiaggia di Piscinas è raggiungibile percorrendo una strada sterrata che attraversa il paesaggio minerario di Ingurtosu, un tempo centro nevralgico dell’estrazione di piombo e zinco. Oggi, le rovine delle miniere fanno da cornice a un ambiente selvaggio e suggestivo, dove il mare si infrange su una lunga distesa di sabbia dorata. Qui il vento soffia spesso forte, creando onde spettacolari e rendendo Piscinas una meta ambita anche per gli amanti del surf e del windsurf.
La spiaggia è famosa anche per la presenza dei cervi sardi, che spesso si avvicinano fino alle dune, e per le tartarughe marine che scelgono questo tratto di costa per la deposizione delle uova. Nonostante la sua bellezza, Piscinas è ancora poco frequentata e offre un’esperienza autentica di natura selvaggia. Sono presenti solo pochi servizi essenziali, come un paio di hotel e ristoranti ricavati dalle vecchie strutture minerarie, ma la sensazione di isolamento e libertà è totale.
Consigli per visitare le spiagge più selvagge della Sardegna
Visitare le spiagge più selvagge della Sardegna richiede preparazione e rispetto per l’ambiente. Questi luoghi non offrono servizi come bar, ristoranti o stabilimenti balneari, quindi è fondamentale organizzarsi in anticipo portando acqua, cibo, protezione solare e tutto il necessario per trascorrere la giornata in sicurezza. Ricorda di non lasciare rifiuti e di rispettare le regole locali, spesso molto restrittive per tutelare l’ecosistema fragile di queste spiagge.
L’accesso a molte di queste spiagge è regolamentato e può essere a numero chiuso, soprattutto nei mesi estivi. Informati sempre prima della partenza e, se necessario, prenota il tuo ingresso con anticipo. Se scegli di raggiungere le spiagge via mare, affidati a operatori locali che rispettano le normative ambientali. In alternativa, preparati a camminare su sentieri impervi e a godere del paesaggio durante il percorso.
Le spiagge selvagge della Sardegna sono la meta perfetta per chi cerca autenticità, silenzio e contatto diretto con la natura. Scegliendo questi luoghi, contribuirai anche a sostenere un turismo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente, aiutando a preservare la straordinaria bellezza di questa isola unica nel Mediterraneo.